mercoledì 8 giugno 2016

Psicoterapia, psicanalisi o psicofarmaci

Tasto dolente per me visto che non avrei mai e dico mai pensato di aver bisogno di un supporto psicologico. Tuttavia ci ho riflettuto molto e penso che sarà sempre più pesante la presenza di dottori della mente. Non è un caso che il tipo di lavoro che svolge l'uomo è prevalentemente intellettuale rispetto al passato..di conseguenza c'è bisogno di assisterlo. Ad oggi è ancora un tabù.

Tutto è iniziato al primo anno della specialistica quando sono stata lasciato dalla mia ragazza.Come avevo detto in un precedente post, c'è un evento che ti fa cambiare vita e quotidianità. La mia vita è cambiata totalmente.Ho sofferto tantissimo ma la sofferenza più grande è stata realizzare che forse ero depresso già da molto tempo,anni ormai.

 Ho finito l'Università non con poche difficoltà causa mancanza di concentrazione, mancanza di voglia di studiare, nessuna voglia di vedere persone.Il punto critico è stato quando a pochi giorni dalla laurea non mi importava nulla. Non mi interessava di aver finito l'Università, non avrei neanche voluto festeggiare il che era un chiaro campanello d'allarme.

Infatti la mia idea è stata quella di provare dal medico di base per farmi prescrivere psicofarmaci, in particolare venlafaxina con dosaggio fino a 75 mg e poi sereupin 20 mg per 3/4 mesi con risultati pari a 0!



Nel frattempo per non rimanere bloccato ho lavorato un mese come disegnatore meccanico ma non riuscivo a resistere, stavo 7 ore ma rendevo come se ne lavorassi 1. Sembravo Fantozzi, invece di risolvere problemi li creavo generando in me un'ulteriore frustrazione. Contratto di stage interrotto dopo un mese,penso mai nella storia sia successo di interrompere uno stage per proprio scelta. Dopo essermene andato ero a terra, mi sono deciso nel dire ai miei la situazione e andare da uno psicoterapeuta consigliato dal medico di base.Dal CV era un guru della cura del cervello.

 Permetto che sono contro lo psicologo perchè ritengo solo che sia una persona con cui parlare mentre un medicio ha anche conoscenze cliniche, per questo lo psicoterapeuta era medico e non semplicemente psicologo-psicoterapeuta.Era uno psicoterapeuta di tipo junghiano che lavorava vis a vis. La cosa che lì per lì non sopportavo era che avevo un ansia addosso e che il dottore mi mettesse appuntamenti una volta ogni 10 giorni. I colloqui erano intensi piangevo e gli raccontavo dei miei problemi, lui mi chiedeva cosa sentivo ma non riuscivo a capire cosa sentivo,cosa provavo.

 Dopo un mese stavo ancora male e decisi quindi di andare da uno psicanalista freudiano che mi avrebbe incontrato per iniziare 3 volte a settimana per poi scalare a 2. Scelta sbagliata, ma la cosa mi è servita per capire un po' più i tipi di approcci ma notare per l'ennesima volta la mia mancanza di rabbia e capacità di arrabbiarmi.In particolare con questo psicanalista una volta uscendo ho incrociato un paziente,(cosa che con l'altro dottore non succedeva mai) e mi disse una cosa di questa persona. Mi sono immaginato la stessa scena con io che esco e un altro paziente entra e mi ha dato rabbia ma non ho detto niente continuando le sedute. Questo comportamento l'ho riscontrato nella mia vita,vedere cose che mi danno rabbia che mi riguardano e tenere dentro o al massimo rispondere con un sorriso. Questa psicanalisi mi è servita a cacciare qualche soldo ma in compenso il dottore mi aveva consigliato di fare richieste per la supplenza quindi a livello economico non è stato del tutto negativo.In realtà è una buona persona con cui parlavo e mi sfogavo ma non è quello che serve a me.

Dopo un mese mi ha prescritto il daparox che ma dopo un po' mi sono stufato di andarci perchè stavo solo zitto,e ho interrotto.



Ho potuto fare il paragone tra i due e ho notato molte cose che mi hanno fatto riflettere:
 -quando chiede o se potevo fare qualcosa o qualche esercizio il primo mi ha detto ti è servito fare quello che hai fatto fino ad ora per risolvere questo problema ?(cioè fare per cercarne di uscire) dicendomi inoltre che se non sto bene qui non sto bene anche se vado un anno fuori; il secondo mi ha detto di fare palestra di fare un viaggio all'estero di fare supplenze.

 -nel primo mai incontrato un altro paziente, nel secondo spesso. -la cosa che notavo è che il primo non ha mai fatto riferimento a jungh o a frasi d'effetto tipo i sogni e bla bla bla mentre il secondo si..un po' come se io avessi bisogno di andare da una parte all'altra del fiume attraversando un ponte,nel primo caso passo sul ponte che non crolla ma non so come è fatto è sinceramente non me ne frega,so solo che il ponte è stato fatto da uno che fa ponti da una vita mentre nel secondo prima di attraversare venga usato come specchietto delle allodole dire: questo cemento è il migliore,il miglior ferro d'Italia, a metà ponte c'è un chiosco per mangiare ma alla fine prima di arrivare il ponte crolla. Spero di aver reso l'idea malata.

 Questo mi ha fatto riflettere sul fatto che il primo cercava di mettermi in contatto con quello che provavo,a differenza del secondo.

 Per questo motivo ho deciso di riprovare con il primo,consapevole del fatto che ci sono molte probabilità che io smetta.

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