lunedì 14 novembre 2016

Amici


Qual è la definizione di amico?! Giuro che non la riesco a trovare. Teoricamente dovrebbe essere uno stato d'animo, un sentimento o semplicemente un atteggiamento nei confronti di una persona. Non riesco a sbilanciarmi, a esprimermi a capire. Sembra che io sia amico di tutti ma in realtà non sono amico di nessuno. Ho questa maledetta sensazione che è parte del mio essere. Finte gioie con relative finte incazzatura. Mi sembra tutto finto. È normale? Succede ad altri?
Mi sento fuoriluogo spesso.



Spesso mi accorgo che ho difficoltà nel rimanere solo con una persona sola. Se c'è un'altra persona mi sento meglio, ancora di più se gli altri due sono già in confidenza tra di loro. Mi sembra di accordarmi sempre a qualcosa di già esistente ma non sapere dove appartenere. Ho difficoltà a fare la prima mossa per un rapporto, non so proprio come si fa. Forse perché non so bene cosa mi serve. Ho veramente bisogno di un rapporto di amicizia?!
Potrebbe essere che proprio perché lo cerco non riesco a coltivare nessuna amicizia.
Mi pesa, non mi sento mai padrone di me stesso. Non so come fare per stringere amicizie, forse condividere interessi ma di interessi ne ho pochi. Non riesco ad avere passioni. Sto perdendo tantissimo tempo!!

Spesso non riesco a capire quello che voglio e per questo ho la sensazione di ritrovarmi in balia delle onde. In balia delle persone. La paura mi fa evitare di incontrare persone che potrebbero ferirmi ma anche quelle che possono darmi gioie.

Mi trovo sempre in difficoltà nei rapporti interpersonali, ho problemi nell'alimentare la conversazione e tenerla viva. Porto la conversazione alla morte e all'estinzione più velocemente possibile, causando una mancanza di relazione.

lunedì 7 novembre 2016

Lavoro


Come immaginavo ho trascurato questo blog per diverso tempo e ora mi ritrovo a raccontare molte cose che sono successe. O forse provare a raccogliere, ricordarle e dargli un senso.
Provo ad organizzarmi parlando in questo post di lavoro.
Questo periodo è stato incentrato sulla ricerca del lavoro, se ripenso alla mia situazione nel periodo estivo posso dire di avere fatto dei passi in avanti.

Tutto è iniziato un giorno nel quale ho deciso di rimettermi in gioco per quanto riguarda il lavoro. Ho dato una messa a posto al CV e ho inviato. Inviato a destra e a sinistra con lo scopo di farmi richiamare, volevo essere visto.La direzione che ho preso è stata quella di trovare qualcosa che mi piacesse fare ora, qualcosa per cui mi sarei spostato. Cercare un lavoro motivante,per me non per altri.

Il primo colloquio me lo ricordo perfettamente, tramite agenzia interinale sono arrivato al colloquio in azienda. 3 ingegneri di fronte a me e io che per motivi aziendali non sapevo neanche di che azienda si trattasse prima di andarci.
Mi hanno spiegato quello che cercavano e mi hanno cominciato a fare domande in generale e tecniche.

Colloquio che mi è piaciuto molto,mi sentivo a mio agio ed è stato un colloquio di ragionamento, discussione e chiarimenti. Come se fosse un giorno di lavoro.
Il tutto è durato un'ora, successivamente mi hanno fatto vedere la produzione è addirittura una zona che loro chiamavano area 51. Ero contento e felice perché mi interessava molto. Io comunque cercavo di non far trapelare questa mia contentezza,rimanevo sempre un po' con i piedi per terra. Ho fatto capire che mi interessava ma allo stesso tempo mi sono contenuto.



Subito dopo,nel pomeriggio, l'agenzia interinale mi ha detto che il colloquio è andato bene e che mi hanno detto di stare tranquillo. Dopo un mese ho saputo che hanno preso un ragazzo più giovane perché era quello che cercavano. È stata una piccola delusione ma sono andato avanti.
Ho fatto altri colloqui in zona nei quali ogni volta miglioravo qualcosa, ma la cosa che ricordo è che li prendevo come test, come scogli da superare. Ho alternano figure di merda a buone impressioni, ansie clamorose di risposta a inadeguatezza. Ho provato di tutto. Non sapere se una domanda potesse essere fuori luogo o viceversa.
Insicurezza vera e propria. Sono andato avanti e ho fatto 4 colloqui qui in zona e due nel nord Italia.

Fortunatamente ho iniziato una selezione che è progredita. Ho fatto 4 incotrni tra Assesment, call e visita in plant e la cosa sembra sia andata in porto. A fine mese mi assumono con un indeterminato.

Sono contento ma tremendamente spaventato. Ho molta paura di sentirmi fuori luogo,essere incapace di gestire un rapporto interpersonale. L'ennesimo buco nell'acqua.

Ho un'ansia pazzesca anche solo per fare una chiamata, non voler disturbare non essere inopportuno...

Quello che voglio è appassionarmi a qualcosa. Cercare le motivazioni in qualcosa che mi sono guadagnato io, cercandolo e volendolo. L'eventuale fallimento sarebbe frustrante, ma fallimenti ora non sono ammessi. Voglio migliorarmi, voglio capirmi, voglio aver paura.


Questo è un riassunto striminzito di quello che è successo in questo periodo per quanto riguarda il lavoro. Ci sono MOLTE altre cose forse anche più importanti di ME che vorrei risolvere,su alcune mi sto rassegnando mentre su altre no.


venerdì 8 luglio 2016

Giudizio degli altri



Argomento questo....
Quante volte si sente dire:"ma che ti importa della gente"
Ma ancora peggio quante volte siamo noi stessi a dirlo ad una persona che conosciamo cercando di rincuorarla e farla tranquillizzare..
La paura di essere giudicati è micidiale...riflettendoci sono convinto che la mia ansia dipenda molto da questo aspetto...Paura di essere giudicati..
Ancora di più penso che questa paura dipenda dal fatto che io giudico a mia volta..è come se tutti quanti avessero la mia testa è giudicassero come faccio io..
Penso che per ogni scelta che io possa prendere su qualsiasi cosa, ci sarà sempre qualcuno che non sarà d'accordo..essendo non convinto delle mie scelte si instaura un sistema nel quale tutte le mie decisioni convergono sullo stallo,nel limbo,nessuna posizione..

Mi rendo conto che i miei istinti sono bloccati dal giudizio altri...quando penso di fare qualcosa subito si innescano tutte le possibili domande a cui dover rispondere che rimangono solo nella mia testa..domande che immediatamente mi fanno rinunciare a quello che volevo fare...

Forse una soluzione potrebbe essere riuscire a prendere consapevolezza del fatto che non stanno tutti con il dito puntato sul giudicarmi...oppure riuscire a cambiare modo di pensare...

Una volta provavo piacere nel vedere una ragazza o incontrare amici..ora invece mi salgono mille complessi che mi bloccano..
Forse il problema è il giudizio che do io a me stesso,che è veramente basso..

Pare brutto ma un giudizio di cui non me ne faccio nulla è quello dei miei genitori...
Il loro giudizio è un giudizio ragionato,come farei io quando do un giudizio...
Mi spiego meglio..aggiusto una cosa della macchina,oppure taglio il prato e mi sento dire ah bravo!! Grande!! Mentre se faccio qualche cazzata esempio compro il display del cellulare è lo rompo mentre lo monto mi dicono vabè succede...

Penso che hanno paura della mia situazione per cui non si sbilanciano e cercano di portarmi su elongiandomi per le cazzate... cosa che odio!
Ho 27 anni che cazzo faccio ancora come un vegetale..non ho bisogno di compassione...



Per quanto io possa dire che nn mi interessa il giudizio degli altri mento...è qualcosa radicata in me...un po' come la pianta crescendo ingloba un coltello infilzato nel suo tronco facendolo diventare parte di ..

Forse in realtà è proprio il giudizio dei miei che mi spaventa..forse è proprio il loro giudizio che mi preoccupa..il loro vero giudizio quello che sarà vero quando io prenderò delle decisioni per me,per la mia vita..

Non parlo più per non essere giudicato,ma nn serve parlare per essere giudicati...mi rendo conto di non trovarmi a mio agio nelle situazioni sociale,con amici o parenti...

Ho paura di amare o voler bene a qualcuno per non essere giudicato...avere ad esempio una ragazza porta a delle pressioni che non sono in grado di sopportare...

C'è da dire che nel momento in cui ero fuori casa ero molto più disinibito ma non stavo comunque bene...lo sentivo...ora ho anche messo qualche kg e sono bianco cadaverico...è ogni volta mi sento dire, ti sei ingrassato o quanto sei bianco...
Sparatevi...

Non a caso secondo me sono ossessionato dal sesso,o meglio dalla prestazione.
Per anni ho sofferto di eiaculazione precoce..che forse è un sintomo di questa estrema ansia del giudizio...essere approvato.. a cercare l'approvazione porta a non essere se stessi...si diventa quello che qualcuno vuole noi diventiamo per soddisfare i propri bisogni ...

Bella merda..

Cambiamento



Una parola pericolosa...cambiare è sinonimo di mutamento, mutare la propria immagine e uscire da schemi ormai consolidati è difficile...tutta la secondo me il cambiamento avviene in maniera improvvisa ma la mente ci mette un po' per elaborare questo cambiamento...come una sorta di paracadute la mente trova scuse affibbiano questo cambiamento ad un particolare momento della nostra vita,ma se non affrontato si cronicizza e ci cambia nei comportamenti...
Ogni tanto mi chiedo ma io come sono? Mi ricordo di tempi in cui ero veramente felice e riuscivo a dire la mia..ora sto fermo,bloccato...
Quale sono io,quello bloccato o quello vivace...?!

Ormai sono anni che mi sono costruito questa immagine,cosa mi porterebbe il cambiamento? Dove mi porterebbe? Chi potrei diventare?
Ho paura di poter diventare una cattiva persona,capace di fare cose brutte..ho paura di diventare qualcuno che non possa essere amato se non tramite la compassione,ho paura che cambiando io non possa essere accettato dagli altri....
Il cambiamento porta a tante conseguenze ma nella mia situazione c'è bisogno di cambiare i miei pensieri,i modi di ragionare la mia estrema razionalizzazione...
Spesso penso che io non voglia cambiare..dico che non mi sta bene ma in realtà sto bene nella mia solitudine,nella mia depressione che mi dicono dove vai,stai qui che fuori è pericoloso...


Ho amici che non ritengo tali ma semplicemente perché non voglio avere a che fare con nessuno..li ho tagliati,ogni tanto scrivono ma io non rispondo..mi sento come scomparso dal mondo,un peso...

Una persona che evita il confronto..ma cambiare cosa potrebbe portare di male rispetto alla mia attuale situazione?!?
Teoricamente nulla...

Il cambiamento ti porta in uno spazio non ancora esplorato che è diverso dal mio conosciutissimo letto, o divano..che in questo momento mi genera ansia...la depressione è un po' come la mafia..ti da sicurezza e protezione...
Il cambiamento lo vedo come una manovra dello stato per estirpare questo cancro ..(es.abbastanza stupido che però secondo me rende bene)

Cambiare è un parolone, e non so se sforzarsi nel cambiare possa aver senso quando c'è qualcuno  o qualcosa che vuole che io rimanga così..

mercoledì 22 giugno 2016

Lavoro



Ennesimo tasto dolente: il lavoro...
A dire il vero non ho mai lavorato come si deve..qualche estate ho aiutato mio cugino nel riparare le caldaie...poi, dopo le superiori ho iniziato l'Università dedicandomi completamente ad essa..durante l'Università non ho mai lavorato,forse qualche esperienza nel montare i palchi...

Mi sono laureato ad ottobre e ho avuto due esperienze lavorative di un mese l'una..
La prima come disegnatore CAD/CAM ..me ne sono andato per uno stage da disegnatore meccanico ma...
C'è un grande ma...posto accogliente e giovanile...ma dopo un mese ho rescisso il contratto..
Le sensazioni erano queste:

-non parlavo con nessuno,solo con un ragazzo che era venuto in classe con me alle superiori e solo perché lo conoscevo...(lavora anche senza laurea)

-rimanevo fino alle 7,erol'ultimo ad andarmene ma non imparavo nulla..creavo solo problemi..creavo problemi che non erano mai accaduti..
Dopo un mese,parlando con il responsabile (che ha fatto le superiori con me ma in un'altra sezione, altro aspetto che mi fa capire di aver sbagliato tutto nella vita..) gli dico che me ne vado.. e quasi mi escono le lacrime..
Me ne vado dicendo che devo risolvere alcuni problemi personali..



Dopo ricevo diverse chiamate per lavorare ma io non rispondo al cellulare...le evito tutte...
Senonchè,lo psicanalista dove sono andato (buono solo per parlare)mi consigliò di fare richiesta di supplenza..così ottenni una supplenza di un paio di mesi..nella mia vecchia scuola..
4 ore settimanali che a me pesavano come macigno...arrivavo,facevo le mie ore e me ne andavo..non volevo vedere nessun altro è non parlavo con nessun'altra..il minimo...

Ovviamente ho fatto diversi errori ma speravo nessuno se ne accorgesse..ecco il problema è anche questo..so che farò degli errori banali e stupidi che però per pigrizia non voglio correggere..tra me e me penso che vada bene così al massimo si aggiusta dopo...
Sta di fatto che ieri mi ha chiamato la scuola e la preside vuole vedermi,ho un'idea dei richiami che mi farà...spero solo di non andare sul penale,al massimo qualche multa...


Una ragione in più per non cercare lavoro..per ora non sono in grado...sono troppo impacciato e non riesco ad apprendere...una volta ero molto più sveglio,e sinceramente mi sono rotto di fare figure di merda...

Mi preoccupa molto,ho 27 anni ed è già tardi..sto perdendo molto tempo..

venerdì 17 giugno 2016

Cibo



Parlare di cibo mi viene molto facile...sono sempre stato una buona forchetta e da sempre amante del cibo in generale...non sono schizzinoso anzi..

Il periodo adolescenziale sono stato bello pienotto a tal punto che venivo deriso qualche volta,in particolare mi ricordo quando per la prima volta assaggiai una caciotta e mi piacque...da allora mi chiamavano caciotta e a me dava fastidio,non ho dei ricordi precisi e sinceramente non so quanto mi abbia condizionato questa cosa..
Sui 18 anni dopo lo sviluppo e facendo attività sportiva, diventai più magro... interessante e con più personalità...non troppo alto ma con il fisico asciutto..

Dall'inizio dell'Università è stato difficile mantenere la forma anche perché a posteriori penso che quel periodo io fossi depresso ma inconsapevolmente..non so se è un modo per trovarmi una giustificazione ma ne sono quasi certo...

Tuttavia sono stato sempre sui 72..altezza 1,73..
Questo o equilibrio si è interrotto nel momento in cui sono stato lasciato dalla mia ragazza,infatti nell'immediato ho perso 7-8 kg..non mangiando per giorni...poi successivamente,non svolgendo attività e chiudendomi sempre di più in me stesso sono arrivato a pesare 88 kg..15 kg in più del mio peso abituale...



Ora rifletto a cosa provo nel mangiare e quando e come lo faccio...
Mi rendo conto che mangio come se non avessi un fondo,senza pormi un limite,come un pesce rosso che si mangia tutto quello che viene messo nell'acqua..
Oltre al fatto di mangiare molto mi rendi conto di mangiare in maniera sbagliata..quasi compulsiva,come per placare qualche altra necessità che non sia il semplice nutrirsi..
In particolare mi capita che quando mi chiama qualcuno...ho bisogno di mangiare per gestire un senso di paura nell'affrontare la chiamata...stupida che possa essere..
Forse per placare uno stato ansioso..

Mi rendo conto che non assaporo il cibo..mangio e basta..un po' come quando vedo un film o sto su internet quasi per perdere tempo...come se non mi importasse...

Un'altra cosa che ho notato è che se mi viene chiesto che vuoi mangiare, io non so che rispondere,non avrei preferenze andrebbe bene anche sempre pasta in bianco...Un po' come nella vita, mi prendo quello che gli altri mi danno..rimanendo spettatore e non attore...

Mi capita di avere dei sensi di colpa subito dopo aver mangiato ma finiscono dopo poco,quando torno ad avere fame...la dieta non sono in grado di farla,bisogna avere una forte determinazione per iniziarla e portarla a termine...Ora mi godo la mia pancia..quasi la voglio far crescere per vedere fino a che punto riesco ad arrivare prima di rendermi conto che sto diventando una vacca..

Secondo me,Il cambio di stile di vita è determinato da un cambio di mentalità  dovuta ad un evento(esempio quando sono stato lasciato)...un evento,positivo o negativo, che faccia trovare forza e paradossalmente dimagrire non sará più un peso...

Per ora mi sta bene così,l'unico grande inconveniente è carenza di figa e rifare il guardaroba...




giovedì 16 giugno 2016

Rabbia



Parliamo della rabbia...la rabbia è un'emozione,qualcosa che non viene a comando a meno che tu non sia un attore, un bravo attore che sia in grado di far percepire all'altro che veramente sei arrabbiato...

Non è un caso che si dica Provare rabbia...è qualcosa che viene da dentro e che non può essere descritto...non c'è spiegazione alla rabbia,non è razionale non si può mettere nero su bianco...arriva e basta..

Il problema arriva nel momento in cui questa rabbia viene razionalizzata..quindi viene trasformato in un aspetto razionale...trasformare la rabbia per qualcosa in un'analisi sul perché ci stiamo arrabbiando..Nascono quindi mille motivazioni per cui non arrabbiarsi..quasi per non avere il diritto di arrabbiarsi... almeno questo è quello che succede a me...

Ovviamente allo stesso modo non è possibile esprimere qualsiasi  tipo di sentimento come la gioia..l'amore e così via...

Lo vedo con i miei occhi che la rabbia che viene repressa si trasforma in frustrazione...che logora te e tutti quelli che hai intorno...

La rabbia è un modo per rimanere sui tuoi binari,e non permettere agli altri di decidere per te..Quando provi rabbia,sarai odiato ma anche amato..rimanere nel mezzo non porta nulla..."Se sei amico di tutti non sei amico di nessuno"..

La mia rabbia è repressa non so da quanto tempo, molti anni..io l'associo a problemi di eiaculazione  precoce che mi sono portato dietro per diversi anni e che mi hanno modificato il modo di pensare,abbattere l'autostima..

In particolare nel mio caso,la rabbia la sfogo piangendo..un po' come per muovere compassione al mio interlocutore... deleterio per il rapporto con le persone...

Ricordo che non ero/sono in grado di difendere me stesso ne tantomeno persone intorno a me..difendere da idee altrui o progetti che hanno loro diversi da quelli che voglio io...forse è dovuta all'estrema ansia nel giudizio degli altri che potrebbero giudicare in un determinato modo la mia scelta o le mie azioni..

La rabbia permette di tirare in maniera metaforica e non ,cazzotti a destra e sinistra per raddrizzare il tiro della nostra vita..se viene meno è finita e la mia condizione ne è la dimostrazione...

Spero di tornare ad arrabbiarmi a bestia come facevo una volta...

mercoledì 15 giugno 2016

Paura



Provo a descrivere i miei stati d'animo...in particolare la paura..Paura di fare il più piccolo passo in avanti o dire la più stupida delle parole.

Nel momento in cui sto per fare qualcosa immediatamente mi viene in mente qualcosa per cui è il caso di non andare avanti,quacosa che ho visto essere accaduto a qualcun'altro..si è proprio così...

Ho molti esempi di questo  tipo ad esempio: se uno che conosco ha avuto una brutta esperienza con una ragazza per esempio del sud, se dovessi incontrare  una ragazza del sud con cui mi trovo bene inconsciamente penso che tanto finisca subito perché è successo al mio amico;

Un altro amico rimpiange il fatto di aver passato l'erasmus con una ragazza..per questo motivo quando l'ho fatto io la prima settimana avevo conosciuto una ragazza con cui mi trovavo bene ma niente...mi sono fatto vedere con un'altra...

Scelta dell'Università: l'ho fatta perché senza laurea non vai da nessuna parte e se fossi arrivato ad un punto in cui mi sarebbe servita la laurea mi sarei pentito (fattori esterni)..tutti i miei amici diplomati lavorano...

Se sento una brutta notizia su qualche argomento questo è tranquillamente sufficiente per farmi cambiare idea..

Mi sembra quasi di vivere in base alle esperienze altrui...non capisco se sia solo un modo per non assumermi responsabilità o paura di vivere un'esperienza per poi sentirmi dire che ho sbagliato..

Questo non è vivere e infatti mi sono chiuso...evitando che altri continuino a decidere per me...

La Paura di sbagliare ed essere giudicato per quanto io possa dire che non mi importa, mi blocca. Rimango segregato in casa...

Ripenso a diverse esperienze fatte quando ero più piccolo e mi chiedo come avessi fatto...Ho paura di aver perso la voglia di vivere ed essermi arenato..

Paura di scegliere per me,figuriamoci per gli altri..Paura della ciclicità degli eventi,e che se mai ne dovessi uscire prima o poi ci possa ricadere..Paura del mio futuro e Paura del tempo PERSO che mai mi verrá restituito...Paura di TUTTO..

PAURA DI VIVERE...

Ora ho la prima seduta dallo psicoterapeuta...speriamo riesca a resistete...



lunedì 13 giugno 2016

Istinto o ragione


Nel momento in cui tutto va male, e che sicuramente andrà peggio..ho molto tempo per pensare..
Pensavo a quanto ormai sono diventato razionale a discapito dell'istintività..

Quando ero istintivo ero molto più vitale,sicuro di me e propositivo...Ora quando di mezzo ci s'è messo il cervello è stato un macello...Perdite di tempo per immaginare le possibili conseguenze e immaginare scenari utopici che mi fanno tornare indietro e bloccarmi...fermarmi dove mi trovo senza più muovermi..incapace di prendere la più stupida delle decisioni....

L'istinto mi ha fatto vivere e penso che la ragione mi abbia fatto arrivare fin qui..
In particolare la scelta dell'Università fatta razionalmente pensando di farla perchè altrimenti in futuro mi sarei potuto pentire...piuttosto che andare a lavorare che era quello che avrei voluto fare..

Probabilmente se fossi andato a lavorare ora avrei rimpianto non essere andato all'Università ..e forse questo tipo di ragionamento che mi blocca...pensare alle infinite stradae possibili e aver paura di percorrerne una per la paura di sbagliare strada...

Quando ero istintivo ero molto più vivace,sveglio,attivo...Ora sono un vegetale con le sue paranoie in testa...le stesse frasi che si ripetono in un loop diabolico...

Secondi me è un po' come l'attaccante di calcio fa' gol...le giocate escono istintivamente e non perchè razionalmente pensa tutte le possibili conseguenze..Molte olte infatti se viene chiesto come abbai fatto la risposta è: non lo so mi è venuto di farlo è l'ho fatto..

Reprimere l'istinto secondo me è il modo migliore per essere accettati da tutti..l'istinto di provare rabbia,l'istinto di fare sesso,l'istinto di sopravvivenza  e di felicità..
Quando vedo qualcuno che prova rabbia lo invidio....da pazzi!



venerdì 10 giugno 2016

Ragazze e Sesso


Altro tasto dolente quello delle ragazze e del sesso..per riguarda questo tema mi viene in mente di suddividere la mia storia in 4 fasi:

- adolescenza
- primo amore
- sesso e basta
- nulla cosmico

Nella prima fase mi sono approcciato al genere femminile con il tipico assetto adolescenziale in cui ti stai affacciando ad un mondo nuovo...infatti a 17 anni ho avuto la mia prima esperienza sessuale...era una ragazza molto "aperta" di mentalità..una sera in una festa con me lei è una amica..sono andato in bagno con lei e con cui ho avuto un rapporto non protetto...5 secondi...

La cosa che mi ha forse segnato e e che quella zoccola mia ha detto qualche settimana dopo che non le tornavano e che aveva sintomi di gravidanza..per poi dirmi che stava scherzando..Non so se questa cosa mi abbia segnato...

Da lì a poco ho conosciuto la mia prima ragazza..con cui sin dall'inizio ho avuto problemi sessuali...eiaculazione precoce...Mi ha devastato l'anima,trasformandomi in una persona incapace di prendere decisioni...altri le prendevano per me è ora ne pago le co seguente.


La mia ormai ex ragazza l'ho conosciuta durante il mio ultimo anno di superiori..In un primo momento questo problema non mi pesava. Mooolto tempo dopo attribuisco a questo problema ma maggior parte del mio malessere..la mancanza di personalità mi hanno portato a prendere la strada che andasse bene a tutti perchè non ero abbastanza forte per scegliere da me...

Mi segnai all'Università,f acoltà d'ingegneria, pensando che se dopo un anno non avessi fatto un tot di esami me ne sarei andato..assurdo perchè non più di un anno prima davo per scontato il fatto di andare a lavorare..


Inizio e prendo la triennale in 4 anni...sono ancora con la mia ex ma mi rendo conto che sono strano...Sesso con lei si faceva veramente di rado perchè il pensiero iniziale di andarmene per evitare il rapporto si era radicato.. l'Università era diventata una buona scusa per non inventare una scusa per fare sesso...

Ovviamente l'anno successivo sono stato lasciato per un altro...come darle torto dico io...ripenso alle frasi che mi diceva ma io non volevo capire..non volevo affrontare questo problema...in quor mio pensavo che andasse tutto bene ma ovviamente mi sbagliavo...

Mesi di buio..Dopo il male iniziale dovuto all'abbandono il male vero è iniziato quando mi sono accorto di essere depresso da anni...questo ragionamento fatto per il sesso lo facevo per tuttio..anche per incontrare amici..
l'Università era una scusa per non dover incontrare amici e la ragazza, la ragazza era una scusa per non dover incontrare amici e viceversa in uno stato di pseudo vegetazione ma per tutti stavo studiando quindi va bene...Tutto questo facendo vedere di avere una mia autonomia e non fare lo zerbino che per quanto depresso non ho mai fatto.



Ora inizia la fase di sesso, dopo aver deciso di andare dal medico generico e farmi aiutare...ho preso un antidepressivo a dosaggio minimo che mi ha ridato un po' di coraggio ed effettivamente migliorato le prestazioni...
Sarò stato con una decina di ragazze ma una in particolare ricordo...durante l' Erasmus con una polacca...Bella e dolce durante la prima settimana ma ho evitato di avere una relazione facendomi vedere con un altra...Pensavo che non mi sarei potuto impegnare durante l' Erasmus...ma un po' lo rimpiango per il semplice fatto che mi rendi conto di non essere in grado di vivere ora lasciando i luoghi comuni da parte..

Torno in Italia ,mi laureo e cerco lavoro ma non sono capace..questa depressione mi blocca...è sfociata in fobia,ho paura di rispondere al telefono e vedere persone..

Ora ,dopo aver messo una  quindicina di chili lavoro sul divano di casa come vegetale..non avendo rapporti dalla laurea e sinceramente non avendone neanche voglia..

Non sono un bruttissimo ragazzo o forse non lo ero..Ora con i chili di zavorra sono peggiorato notevolmente.. aspettando il giorno per rinascere..


In merito alla mia prima ragazza ricordo alcuni pensieri che mi riguarda

- Ricordo che fino a quando non ho fatto sesso con la mia ex riuscivo ad avere voce in capitolo portando anche a litigi...piano piano poi le scelte della mia vita non le facevo più io ma non mi rendevo conto...o comunque non ero in grado di capire se mi andava bene o meno..

- Mi ricordo che all'inizio non ero simpatico ai genitori di lei..Penso che la mancanza di personalità che mi ha fatto scegliere Ingegneria sia dovuto anche a cercare approvazione anche dai suoi  genitori...che dopo aver scelto l'Università  sono diventato apprezzato..Il fastidio che mi dava quando la mamma si vantava che io facevo Ingegneria,ma la depressione evidentemente  era giá iniziata e non ero in grado di prendere posizione.(raccapricciante)

-non mi sento di dire male alla mia ex a cui voglio  un bene dell'anima e che in realtà  è sempre stata comprensiva fino a quando non ce l'ha fatta più...Corna? Possibile ma non ho voluto sapere..Dopo che sono stato lasciato ho chiuso tutti i rapporti e da allora non l'ho mai più sentita..vista qualche volta...

-si inseguono pensieri su quello che avrei potuto fare,senza rimanere inerme..ma niente non c'è storia..solo sensi di colpa...

Ad ora ho paura delle ragazze...Ho fatto lo stronzo e a loro piace..ma non penso che sia il modo per tornare a vivere..

"L'amore da forza, ti da qualcosa in cui credere"



giovedì 9 giugno 2016

Genitori

Quanto è facile prendersela con i genitori...tipo:mia madre era ansiosissima e ho ripreso da lei,mio padre era anaffettivo è ho ripreso da lui..sarà vero? Può essere ma di certo non potrà essere solo questo il problema del mio malessere..basta pensare al fatto che due figli cresciuti dagli stessi genitori possano essere caratterialmente diversi,
uno più vivace e l'altro meno nonostante gli stessi genitori.

Provo a ricordare tutte le esperienze che ho avuto in merito all'argomento  genitori...quando ero piccolo cioè circa 7 anni ,non ricordo il motivo ma presi la mia bicicletta verde,mi presi due buste piene di panni e qualcosa da mangiare, un calzascarpe( non so perchè mi è rimasto in mente) e alle 7 di mattina uscii di casa senza farmi sentire convintissimo di andare il più lontano possibile..tutto felice parto faccio 100 metri e incrocio un signore che conosco che mi guarda strano..Dopo un po' ci ripenso e torno indietro..como torno a casa mio padre mi vede e mi chiede che fine avessi fatto...è io dissi no niente ero venuto a vedere la bici..mah!! Ero stupido fin da piccolo..



Dopo diversi anni iniziai ad andare in vacanza l'estate con mio fratello più grande di me di 4 anni ma ogni volta quando al giorno dell'incontro con i genitori,cioè due giorni prima della fine del campus piangevo e volevo tornare a casa.Un anno mi costrinsero ad andare vicno Napoli ma dopo una settimana mi sono fatto venire a prendere...la vacanza estiva che ha segnato la svolta me la ricordo molto bene..ero veramente triste che fosse finita e mi ricordi di aver pianto per il dispiacere..

Dopo essermi sbloccato l'anno successivo decisi di andare fuori dalla mia regione a centinaia di km da casa e i miei all'inizio perplessi mi lasciarono andare..non ebbi problemi di nessun tipo...anzi andai anche l'anno successivo..
Gasatissimo l'anno dopo andai in Spagna 2 settimane...ecco...quello è il periodo in cui mi sentivo meglio,forse perché avevo 18 anni, forse perchè stavo scoprendo il mondo forse perchè ero spensierato non lo so ma so che mi sentivo bene...

Tutto questo per arrivare all'ultimo anno di superiori dove il 15 agosto sono andato via di casa per andare a studiare emi ricordo palesemente la voglia di scappare dai miei...non ce la facevo più..Per contro non mi ricordo nessun tipo di incazzatura particolare..me ne volevo andare..è basta.

Gli anni universitari sono stati anni bui per me..hanno contribuito ad uccidermi interiormente purtroppo a mia insaputa...solo dopo ho visto con occhi nuovi...
Il rapporto con i miei era ridotto al minimo come lo è anche ora..dialoghi minimi e volontá loro di aiutarmi, fare qualcosa per me.

L'aspetto che odio è quando noto in loro comportamento che io ho praticamente identici,mi danno rabbia che non esce.Voglio essere me stesso,non come mia madre o mio padre...Tutti atteggiamenti che per me sono invalidanti...

Ancora peggio quando c'è qualche ospite e dico qualcosa e mi dicono: "come tuo padre"
Il problema è che ,per quanto ritengo mio padre una bravissima persona che non mi ha veramente fatto mai mancare niente,mi da fastidio...
Pensare che io non voglio diventare come mio padre sentirmi dire così mi da rabbia...forse perché effettivamente non c'è più nulla che mi piace nella vita e tutto mi da fastidio ...




Mia madre: ansiosa,pitticre,senza una forte personalità,casalinga premurosa,disillusa

Mio padre: apprensivo,non molto espansivo,poca personalità, persona buona,
razionale.

Si sono conosciuti in parrocchia e hanno radicato in testa le teorie cattoliche senza però è ora esserne attivi frequentatori..

Diciamo che a parte la pittura e la casalinga ho ripreso il resto di entrambi..un mix maledetto di comportamenti e pensieri...

Non trovo nessuna colpa in loro..ed è disarmante..vedo in giro genitori che divorziano litigano sempre o offendono e sminuiscono i figli..loro mi sostengono nelle scelte che faccio.

Potrebbe essere una stupidaggine ma dare fiducia sulla scelta che prende una persona potrebbe anche essere visto come una responsabilità in meno?
Riflettevo a quando nei miei comportamenti assecondo il pensiero altrui anche se in realtà penso diversamente o in realtà non ho idea di che si para.
Potrebbe essere per evitare di sentirmi dire:"hai detto una cazzata" ma poter dire"mi fido di te,sostengo quello che dici, ma se quello che dici è sbagliato la colpa è tua; io la pensavo diversamente)

"Vorrei camminare da solo"

mercoledì 8 giugno 2016

Psicoterapia, psicanalisi o psicofarmaci

Tasto dolente per me visto che non avrei mai e dico mai pensato di aver bisogno di un supporto psicologico. Tuttavia ci ho riflettuto molto e penso che sarà sempre più pesante la presenza di dottori della mente. Non è un caso che il tipo di lavoro che svolge l'uomo è prevalentemente intellettuale rispetto al passato..di conseguenza c'è bisogno di assisterlo. Ad oggi è ancora un tabù.

Tutto è iniziato al primo anno della specialistica quando sono stata lasciato dalla mia ragazza.Come avevo detto in un precedente post, c'è un evento che ti fa cambiare vita e quotidianità. La mia vita è cambiata totalmente.Ho sofferto tantissimo ma la sofferenza più grande è stata realizzare che forse ero depresso già da molto tempo,anni ormai.

 Ho finito l'Università non con poche difficoltà causa mancanza di concentrazione, mancanza di voglia di studiare, nessuna voglia di vedere persone.Il punto critico è stato quando a pochi giorni dalla laurea non mi importava nulla. Non mi interessava di aver finito l'Università, non avrei neanche voluto festeggiare il che era un chiaro campanello d'allarme.

Infatti la mia idea è stata quella di provare dal medico di base per farmi prescrivere psicofarmaci, in particolare venlafaxina con dosaggio fino a 75 mg e poi sereupin 20 mg per 3/4 mesi con risultati pari a 0!



Nel frattempo per non rimanere bloccato ho lavorato un mese come disegnatore meccanico ma non riuscivo a resistere, stavo 7 ore ma rendevo come se ne lavorassi 1. Sembravo Fantozzi, invece di risolvere problemi li creavo generando in me un'ulteriore frustrazione. Contratto di stage interrotto dopo un mese,penso mai nella storia sia successo di interrompere uno stage per proprio scelta. Dopo essermene andato ero a terra, mi sono deciso nel dire ai miei la situazione e andare da uno psicoterapeuta consigliato dal medico di base.Dal CV era un guru della cura del cervello.

 Permetto che sono contro lo psicologo perchè ritengo solo che sia una persona con cui parlare mentre un medicio ha anche conoscenze cliniche, per questo lo psicoterapeuta era medico e non semplicemente psicologo-psicoterapeuta.Era uno psicoterapeuta di tipo junghiano che lavorava vis a vis. La cosa che lì per lì non sopportavo era che avevo un ansia addosso e che il dottore mi mettesse appuntamenti una volta ogni 10 giorni. I colloqui erano intensi piangevo e gli raccontavo dei miei problemi, lui mi chiedeva cosa sentivo ma non riuscivo a capire cosa sentivo,cosa provavo.

 Dopo un mese stavo ancora male e decisi quindi di andare da uno psicanalista freudiano che mi avrebbe incontrato per iniziare 3 volte a settimana per poi scalare a 2. Scelta sbagliata, ma la cosa mi è servita per capire un po' più i tipi di approcci ma notare per l'ennesima volta la mia mancanza di rabbia e capacità di arrabbiarmi.In particolare con questo psicanalista una volta uscendo ho incrociato un paziente,(cosa che con l'altro dottore non succedeva mai) e mi disse una cosa di questa persona. Mi sono immaginato la stessa scena con io che esco e un altro paziente entra e mi ha dato rabbia ma non ho detto niente continuando le sedute. Questo comportamento l'ho riscontrato nella mia vita,vedere cose che mi danno rabbia che mi riguardano e tenere dentro o al massimo rispondere con un sorriso. Questa psicanalisi mi è servita a cacciare qualche soldo ma in compenso il dottore mi aveva consigliato di fare richieste per la supplenza quindi a livello economico non è stato del tutto negativo.In realtà è una buona persona con cui parlavo e mi sfogavo ma non è quello che serve a me.

Dopo un mese mi ha prescritto il daparox che ma dopo un po' mi sono stufato di andarci perchè stavo solo zitto,e ho interrotto.



Ho potuto fare il paragone tra i due e ho notato molte cose che mi hanno fatto riflettere:
 -quando chiede o se potevo fare qualcosa o qualche esercizio il primo mi ha detto ti è servito fare quello che hai fatto fino ad ora per risolvere questo problema ?(cioè fare per cercarne di uscire) dicendomi inoltre che se non sto bene qui non sto bene anche se vado un anno fuori; il secondo mi ha detto di fare palestra di fare un viaggio all'estero di fare supplenze.

 -nel primo mai incontrato un altro paziente, nel secondo spesso. -la cosa che notavo è che il primo non ha mai fatto riferimento a jungh o a frasi d'effetto tipo i sogni e bla bla bla mentre il secondo si..un po' come se io avessi bisogno di andare da una parte all'altra del fiume attraversando un ponte,nel primo caso passo sul ponte che non crolla ma non so come è fatto è sinceramente non me ne frega,so solo che il ponte è stato fatto da uno che fa ponti da una vita mentre nel secondo prima di attraversare venga usato come specchietto delle allodole dire: questo cemento è il migliore,il miglior ferro d'Italia, a metà ponte c'è un chiosco per mangiare ma alla fine prima di arrivare il ponte crolla. Spero di aver reso l'idea malata.

 Questo mi ha fatto riflettere sul fatto che il primo cercava di mettermi in contatto con quello che provavo,a differenza del secondo.

 Per questo motivo ho deciso di riprovare con il primo,consapevole del fatto che ci sono molte probabilità che io smetta.

martedì 7 giugno 2016

La mia quotidianità

Ognuno ha una propria quotidianità, azioni che ripete ogni giorno e che cambiano solo dopo un evento esterno.La natura e l'essere umano cerca di stare bene con il minor dispendio energetico quindi se si sta bene così perchè cambiare le cose. Questa frase mi ha fatto pensare che in effetti la depressione ti culla e ti coccola, dicendomi chi te lo fa fare ad uscire e andare incontro ai rischi e insicurezze. 

Non sono autosufficiente economicamente ma per fortuna la mia famiglia non ha molti problemi economici, diciamo che non mi lamento. Ogni tanto mi viene da pensare se possa essere questo il problema, non avere la necessità di alzare il culo ed andare a lavorare e affrontare la vita. Per contro non penso di essere viziato, non ho cellulari costosi, non sono alla ricerca dell'ultima diavoleria sul mercato ecc.

Per combattere e provare a reagire dopo alcune esperienze lavorative interrotte per incapacità di relazionarmi con gli altri mi trovo ad effettuare una supplenza presso un istituto tecnico presso la mia città di 3 giorni a settimana.
Sta di fatto che la mattina mi sveglio alle 8:30 girandomi più volte, e già piano comincia a salire un senso di inutilità sapendo che la giornata passerà come la precedente. Un po' come il film di Antonio albanese dove si sveglia e rivive sempre lo stesso giorno. Se la mattina devo lavorare bene, mi alzo colazione e poi vado. Quando arrivo a scuola non saluto nessuno, prendo il registro e me ne vado in classe dove faccio le lezioni che devo fare.

Torno a casa dove mia madre mi ha preparato per pranzo qualcosa da mangiare, non spiccico una parola,annuisco ogni tanto e poi subito sul divano per "riposarmi" come se non avessi dormito abbastanza.
Prima di laurearmi non mi pesava ma ora vedere mia madre passare e vedermi così un po' mi pesa.
Sul divano alterno sky, documentari, tablet e cibo..tanto cibo..fino alle 17:30/18:00 cioè quando torna mio padre.Anche lui sa della mia situazione ed è molto compassionevole,ogni tanto mi sprona a fare qualcosa ma niente. Un po' come se a uno sulla sedia a rotelle viene detto di alzarsi e camminare, o almeno di provaci!

Dalle 18:30 sento alla radio "la zanzara" di cruciani. Mi da piacere ascoltarlo perchè pullula di rabbia, rabbia che esce da tutti i pori delle persone e sinceramente mi manca, arrabbiarmi per qualcosa.

Durante tutto il giorno i pensieri sono sempre gli stessi, stesse frasi che si ripresentano inesorabilmente davanti ai miei occhi:

- Penso a quelle piccole vocine che mi dicevano..è questa la strada? Ma le lasciavo perdere.
- Se tutto ha una fine, perchè iniziare qualcosa. Es:(relazione,un'attività etc)
- Odio i miei quando rivedo nei miei genitori comportamenti che ho io, un odio profondo che però non esce.
- Allo stesso tempo riconoscimento nei loro confronti e rispetto per tutto quello che mi hanno dato e fatto.
- A quanto mi sento spettatore della mia vita, sembra che qualcuno decida per me, di certo non io.
- Perchè se prima ero estroverso ora ho eliminato tutti dalla mia vita, guardo giudico trovo difetti in tutti e li uso come scuse per rimanere a casa
- Scelte fatte in passato che pesano
- Alla stupidità dell'essere umano e soprattutto del sottoscritto quando penso che:
  Se i tuoi genitori sono severi, li vorresti più comprensivi; se sono comprensivi li vorresti severi; se non hai i soldi, i soldi sono tutto,;se hai i soldi la salute è         tutto.
  Dov'è il vero?!?
- Non essere preoccupato per il futuro perchè non c'è futuro. Il tempo per me è scandito da "magn bev e arricunusc" (mangia bevi e riconosci) una sorta di sopravvivenza vegetale.
-  Per quale diavolo di motivo gli altri laureati lavorano e hanno voglia di far carriera e avere soddisfazioni e io no?
- Complicato da spiegare ma ci provo: quando devo andare con la macchina da qualche parte spesso sbaglio strada o faccio quella più lunga,allo stesso modo secondo me per uscire da questa catalessi sto facendo la strada sbagliata o più lunga. Penso che poi sia un modo di pensare.
-  Quando sento parlare due di un altro anche prendendolo in giro mi da fastidio e sono sicuro che faranno la stessa cosa di me( potrebbe essere un motivo per cui non voglio vedere nessuno)
- La società placa gli istinti, ma è una cosa buona?
- A quanto i luoghi comuni mi bloccano
- Altro che non ricordo ora

Se invece non ho lezione mi alzo,colazione e poi mi sposto sul divano di casa dove dopo un po' di tablet prendo la mia posizione standard e mi allungo e mi riaddormento. Da Pranzo in poi come prima.
La sera ogni tanto esco da solo e me ne vado in qualche posto della città in collina qualche volta piango qualche volta guardo il nulla e penso alle solite cose elencate. Torno a casa e niente vado a dormire giocando con lo smartphone sapendo che domani il giorno sarà lo stesso.

Qualche volta gioco a calcetto con i colleghi di mio padre ma uno scempio.
Non esistono più giorni della settimana e per me lunedì è come domenica. L'anedonia ha preso il sopravvento.

"Se solo sapessi dove andare"

Mi presento

Ciao sono un ragazzo di 27 anni fortemente depresso. Come tutti quelli che soffrono di questo problema sanno, nonostante la fatica che si faccia per provare a uscirne sembra che sia impossibile, o forse lo è.

Ormai sono ferrato sui siti internet che parlano di depressione,forum e riviste dove tutti danno consigli. Chi consiglia psicofarmaci chi no, chi consiglia psicoanalisi piuttosto che psicoterapia, chi dice di viaggiare piuttosto che stare a casa,chi dice di uscire con gli amici piuttosto che rimanere in casa, chi dice di concentrarsi su qualcosa o andare in palestra e fare qualcosa.
O ancora: non sentire gli altri che usano i farmaci che fanno male,trovati un lavoro, trovati una ragazza bla bla bla.
Una valanga di cazzate.

Sembra come se uno avesse un elenco delle cose da fare per poi depennare una volta fatte!
Ho deciso di realizzare questo blog per rileggere i miei pensieri e forse riuscire a capire qualcosa.l'ennesima prova che faccio per uscirne.Voi non fatelo oppure si come volete.

Probabilmente come in molte altre occasioni lascerò questo blog dopo due interventi,non scriverò mai il secondo oppure cancello anche il primo.Non lo so, so solo che lo realizzo per provare un'altra strada, l'ennesima .Perchè non facebook o altri social? Perchè il mio stato d'animo mi porta a cercare minore visibilità possibile.Non darò consigli su cosa fare e cosa non fare ma useró questo blog come sfogo personale, condividerò  pensieri immagini e stati d'animo che mi rispecchiano.
Non so come e non so perché sei finito su questo blog ma di sicuro anche tu stai cercando di capire qualcosa. Se lo capisci beato te.

Anche se odio tutti e non voglio vedere nessuno vi auguro fortemente e intensamente di uscire dalla depressione

"Il mio sogno nel cassetto è poter dire di aver vissuto."